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domenica 15 giugno 2008

Alla scoperta della Bay Area, un primo bilancio - 2 Le tendenze



Seconda parte del nostro rapporto su stili e consumi nella Basy Area. Dedicato alle tendenze culturali e nei consumi.

ECOLOGISTI, SOBRI ED ECCENTRICI - I caratteri predominanti, nelle tendenze culturali che si rispecchiano nei consumi, riscontrati sinora nella Bay Area, sono sostanziamente tre. 
Il primo, ispirato a consapevolezza, sensibilita' e forte impegno su temi ecologici nella scelte della vita quotidiana, talvolta sino all'eccesso.  
Il secondo, ispirato dalla tradizione californiana, caratterizzato da una estrema sobrieta' nel vestire, che rispecchia l'assoluta informalita' nei rapporti e nel mondo del lavoro, dove giacca e cravatta sono l'eccezione. 
Quasi in contrasto col terzo carattere, l'eccentricita', che in una societa' straordinariamente tollerante nei confrorti delle diversita', culturali, religiose e di costumi, anche sessuali, tradizione di una citta' nata sulla scia della corsa all'oro da un crogiolo di umanita' disparata, non si manifesta pero' nel vestire quotidiano. 

ECOLOGIA, NATURA E SPORT - Assieme all'attenzione per un'alimentazione genuina (la parola "organic" si spreca sulle etichette dei cibi, mentre gli organismi geneticamente modificati non vengono indicati), la sensibilita' per l'ambiente si riflette nella forte diffusione tra i prodotti sul mercato di materiali di riciclo, talvolta reinventati in modo creativo, nell'arredamento, cosi' come nell'abbigliamento, dove abiti usati e vintage sono presenze costanti. Terreno favorevole per linee nuove, come Rugby di Ralph Lauren.
Legata all'ambiente anche la vocazione per le attivita' sportive e la vita all'aria aperta, con alcuni sport di costume divenuti fenomeni di culto, come il surf e lo skateboard che ispirano stili, culture, linee di abbigliamento e negozi, in una citta' in cui il clima puo' variare addirittura da un quartiere all'altro, invogliando a scegliere abiti semplici e prima di tutto confortevoli. 
L'ecologia come business caratterizza intanto anche la prospettiva di Silicon Valley, dove una parte delle attivita' e degli investimenti si sta spostando dall'informatica al settore delle energie rinnovabili, ritenute la vera scommessa del futuro. Qui e qui due esempi che riguardano italiani della Baia.

ECCENTRICITA' - Carateristica tipica di San Francisco, l'eccentricita' come abbiamo detto trova poco spazio nell'abbigliamento di tutti i giorni, fatta eccezione per la presenza di stili vintage, nella citta' che e' stata la patria del movimento hippy, come abbiamo rilevato nelle nostre escursioni ad Hight Ashbury . Piu' marcata questa eccentricita', che esplode in eventi come la bizzarra Bay To Breakers, caratterizza piccoli marchi, come Distilled e la si riscontra nella ricerca grafica che contraddistingue parte dell'abbigliamento giovanile, come nel caso dei negozi specializzati FoxHead , o in alcuni prodotti artigianali, come quelli presentati al recenteCapsule Design Festival.
 Creativita' e faidate sono due aspetti importanti attraverso i quali si esprime questa eccentricita'. Alcune delle bizzarre idee in vetrina al Maker Faire, svoltosi a San Mateo meno di un mese fa, hanno uno sbocco commerciale, ( e' il caso dei "disegni di luce" di Lightdoodles).
 Ma anche case affermate di retail propongono ai clienti articoli assemblati con un personale faidate (ne abbiamo parlato a proposito di  costumi da bagno Gap e di magliette retro' di Rugby). 

CASA E CUCINA - Non mancano proposte interessanti, come rilevato a proposito delle cucine nei nostri post su Sur la Table o Williams-Sonoma. O parlando di design innovativo in questopost su Fillmore e in quest'altro che riguarda invece Castro. Ma sono proposte raffinate non molto diffuse, rispetto alla ricchezza ed al livello culturale della citta'. Che vanno inquadrate in un contesto in cui la tradizione locale, e la disponibilita' per le famiglie agiate di ampie superfici, vedono la presenza di arredamenti massicci e ingombranti, molto lontani dal gusto e dagli spazi abitativi italiani.  

RETAIL SENZA BARRIERE -  A fianco di pochi casi di linee creative nate nella Baia e giunte a risonanza internazionale (e' il caso di bebe)
 le proposte piu' interessanti, sulle quali abbiamo non a caso insistito con diversi post, riguardano casi di retail in cui arredamento, articoli per la casa e abbigliamento sono proposti tutti assieme con una sapiente regia nell'allestimento dei negozi. E' il caso soprattutto di Urban Outfitters, (di cui abbiamo parlato quiqui e qui) e di Anthropologie qui , qui e qui).
 Ma anche di un negozio rivolto ai giovani ed innovativo come quello di RVCA di cui abbiamo parlato in questo post su Haight Ashbury , che all'abbigliamento abbina creazioni di giovani artisti di strada, e comprende nel suo punto vendita anche una galleria d'arte.

 MADE IN ITALY E VENDITE ONLINE - Nel campo dell'abbigliamento come del design di fascia alta, un  fenomeno riscontrato dal nostro lavoro (e che ovviamente abbiamo ritenuto di non approfondire) e' stata la conferma del successo del made in Italy, in una citta' che con una forte presenza di immigrati di origine italiana coltiva un'altra passione per il Belpaese, esplosa negli ultimi anni tra ristoranti e specialita' diffuse nei supermercati: quella per la sua gastronomia. Questa particolare attenzione per i prodotti italiani fa ipotizzare un potenziale interesse per nuove proposte, nell'abbigliamento e nel design d'arredo. Che non necessariamente dovrebbero passare per punti vendita. Un aspetto da non sottovalutare, in un'area fortemente tecnologicizzata, e' infatti la propensione agli acquisti online da parte di consumatori molto piu' attenti alle novita' di Internet che alle vetrine.     

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lunedì 2 giugno 2008

Alla scoperta della Bay Area, un primo bilancio - 1 La societa'



Ci avviamo verso l'ultima parte del nostro lavoro nella Bay Area, San Francisco e dintorni, per scoprire stili e trend, nel costume e negli acquisti, di questa parte della societa' americana. 
Ecco un primo bilancio, che proponiamo diviso in due capitoli: societa' e tendenze. 
Questa la prima parte.Qui il sommario

CRISI DI IDENTITA' - Non ci sono dubbi. La societa' americana sta attraversando un periodo molto difficile, che va ben oltre la recessione economica. Forse senza precedenti, secondo alcuni,  in termini di sfiducia, in un Paese orgoglioso, patriottico ed abituato ad avere alta considerazione di se'. 
Dollaro debole, crisi dei mutui e aumento dei prezzi segnano pesantemente i consumi in genere, mente il costo della benzina (in California per la prima volta oltre i quattro dollari al gallone) ha drasticamente ridimensionato il potere d'acquisto, in particolare della middle class. E le guerre in corso in Iraq e Afghanistan gravano ulteriormente sul morale e la situazione finanziaria del Paese. Contemporaneamente, come ha rilevato di recente Newsweek, la massima potenza del pianeta deve fare i conti con una realta' inattesa: il boom di Paesi come Cina e India sta delineando nuovi equilibri ed il mondo si avvia verso una fase "post-americana".

IL NORD CALIFORNIA - L'area di San Francisco, che comprende alcune delle zone piu' ricche e tassate  degli Usa, come la Silicon Valley, non e' immune dalla crisi. Che segna anche il profondo rosso dei conti dello Stato della California, il piu' popoloso del Paese, salito nelle previsioni a venti miliardi di dollari. Nonostante questo, l'area straordinariamente vivace dal punto di vista imprenditoriale e finanziario, registra una presenza, straordinaria nella percentuale rispetto agli abitanti, di ricchi e ricchissimi, come da questo recente post

CONSUMI CONTRATTI - La crisi economica trova riscontro nella contrazione diffusa dei consumi (negozi e centri commerciali sono raramente affollati). Ed in contraddizioni stridenti. Bastano pochi minuti a piedi, nella centralissima Market Street, per passare dalla zona dello shopping e dei negozi celebri a edifici degradati con un'umanita' allo sbando che bivacca sui marciapiedi. Anche se l'impennata degli affitti provocata dalla bolla delle dot.com al'inizio del Duemila ha di fatto allontanato da buona parte dell'area le fasce meno abbienti. 
 
POCHI AFROAMERICANI MOLTI ASIATICI -Nella Bay Area La popolazione afroamericana si e' concentrata a Oakland, dall'altra parte della Baia, ed e' quasi assente a Silicon Valley. 
Questo, secondo alcuni esperti interpellati, spiega anche il ridimensionamento nell'area di fenomeni di "street styles", presenti in are metropolitane come quelle di Chicago o Detroit. A San Francisco, queste tendenze urbane sono per lo piu' espresse creativamente in diverse elaborazioni grafiche di giovani artisti, proposte da molti negozi (ne abbiamo parlato qui , equi) non in veri stili aggressivi di affermazione e magari specchio di disagio sociale dei piu' giovani. 
La composizione sociale dell'area, in particolare Silicon Valley (dove nuovi immigrati e loro figli sono maggioranza),  e' assai particolare. Infatti ad una bassissima percentuale di afroamericani e di immigrati islamici, corrisponde una forte presenza di  popolazione asiatica: Cina. India, Taiwan, Corea ecc. Questo la rende particolarmente interessante nello studio delle tendenze, visto il delinearsi  in futuro di una fascia di consumatori giovani, colti, accomunati dalla dimestichezza con la lingua inglese e le nuove tecnologie, di cui abbiamo parlato nel post dedicato alla Generazione Globale Why.      


HIGH TECH QUOTIDIANO - Le tecnologie sono parte integrante della vita quotidiana, ma con  modalita' assai diverse da quelle italiane. 
Successo degli smart phones e dell'iPhone di Apple in particolare (che si appresta a sbarcare in Italia), meno diffusi pero' che in Giappone, la presenza e l'uso dei telefonini e' molto meno invasivo e molesto che da noi. 
Di contro, Internet e' un'appendice della vita sociale di tutti i giorni e di fatto non c'e' fenomeno sociale, dall'aggregazione alla cultura, dal mondo degli affari a quello delle istituzioni locali e nazionali, che non sia presente in Rete. 
" A San Francisco se non e' su Internet vuol dire che non esiste", ci ha detto una volta il direttore dell'Istituto Italiano di Cultura di San Francisco.  
Rivoluzionario rispetto all'Italia invece l'uso del laptop, per la diffusione del telecommuting, il telelavoro, lontano dall'ufficio, a casa o addirittura in locali pubblici dotati di connessione wireless.
     Il fenomeno, che viste le dimensioni ha un effetto benefico sul contenimento degli spostamenti metropolitani di pendolari, e' strettamente legato ad una mentalita' ispirata dal principio della responsabilita' individuale proprio della societa' protestante anglosassone. Come a scuola si da' per scontato che non si copi, per un motivo d'onore, e' altresi' implicito che chi lavora lontano dall'ufficio per senso del dovere rispetti impegni e obblighi, senza bisogno di controlli da parte dell'azienda.        
L'hi tech e' presente anche con display in molte aziende di piccole dimensioni (dove schermo e citofono sostituiscono quasi sempre gli addetti alla reception) ed in diversi negozi, con possibilita' spesso di interazione con la clientela (promozioni, informazioni ampie non solo sul prodotto ma su temi e articoli attinenti) con ampi margini di potenziamento. 

CULTURA E NOVITA' - Citta' che ha coltivato pluralita' etniche, culturali e di costume attraverso la tolleranza, San Francisco ha favorito con questa apertura mentale la rivoluzione informatica. Ma dalla nostra esperienza sinora non e' fucina di altrettante innovazioni nel campo dell'abbigliamento o della casa, mentre il design ha espresso diverse opere di rilievo nel capo dell'architettura. 
Nella vita quotidiana sembra prevalere un tono di sobrieta' lontano dai bagliori mondani e dal lusso di New York e Los Angeles. un tono che sembra riflettersi anche nella sua vita culturale. Ricca di una creativita' polvizzata in una miriade di iniziative, mostre ed happening ma relativamente povera di grandi eventi di portata internazionale.Qui il resto del post

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lunedì 19 maggio 2008

Jawbone rinnova il suo auricolare di culto, a meta' strada fra hi tech e gioiello



Lanciato a fine 2006, come segnalato da questo blog, l'auricolare per Bluetooth,  Jawbone, e'stato appena aggiornato con l'uscita di un modello rinnovato.
Si tratta di un congegno diventato un piccolo oggetto di culto e di tendenza, per la nicchia di patiti di hi tech di fascia alta. Tecnologia ereditata dalle applicazioni militari per ridurre il rumore (vedi dimostrazione in video).
Dell'auricolare ha appena scritto sul web, parlandone in un video, anche Walt Mossberg, editorialista del Wall Street Journal. 
Al di la' delle' qualita' tecniche ed estetiche del nuovo auricolare, il nuovo Jawbone, prodotto da un'azienda di San Francisco chiamata Aliph, e' un'occasione in piu' per riflettere sulle potenzialita' di valorizzazione estetica e caratterizzazione di molti gadget tecnologici. ne avevano parlato in un precedente post, a proposito delle cuffiette personalizzate, rimandando alle osservazioni su una fascia globale di potenziali utenti particolarmente interessante, definita Generazione Why

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mercoledì 14 maggio 2008

San Francisco, gastronomia specchio di nuove tendenze


Se Silicon Valley era un tempo orto e frutteto degli Usa, San Francisco e' rimasta citta' con forte vocazione gastronomica. Dove la tavola riflette tendenze culturali, a partire dall'attenzione per l'ambiente e la genuinita' degli ingredienti.
Ne ha parlato in un recente post su Italiani di Frontiera Arrigo Benedetti, ingegnere italiano da anni nella Baia e appassionato di cucina.
Repubblica oggi ha pubblicato invece un articolo sulla Guerrilla Cuisine, movimento gastronomico underground nato a Oakland, dove si concentra la popolazione afroamericana della Baia, diffuso in locali spesso semiclandestini.
Qui il link. 


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lunedì 12 maggio 2008

Newsweek e il mondo post-americano: gli Usa superati anche nello shopping



Gli americani sono depressi. Sono ancora il numero uno ma sono depressi. Superati da altri Paesi in crescita anche nel loro sport preferito, lo shopping. Mentre il mondo si avvia verso un'era "post-americana". 
E' quanto scrive nel suo ultimo editoriale (sintetizzato in un video) Fareed Zakaria, americano di origine indiana, direttore dell'edizione internazionale di Newsweek, con un estratto dal suo libro di imminente pubblicazione, "The Post-American World"(W.W. Norton & c.). 
Piu' del declino degli Usa, e' il boom di altri Paesi ad aver scompaginato gli equilibri, dice il giornalista. Convinto che gli Usa abbiano pero' quattro forti ragioni per guardare con fiducia al proprio ruolo nel futuro. Altrettanti motivi di amarezza, per un lettore italiano. Visto che si tratta proprio di quattro punti deboli del sistema Italia. Qui il sommario

Da un sondaggio del mese scorso 81 americani su 100 si sono detti convinti che il Paese sia su una strada sbagliata. Negli ultimi 25 anni non era mai succeso, oserva Zakaria. Convinto che il diffuso senso si frustrazione e delusione vada ben al di la' delle cifre sulla disoccupazione e la recessione che affliggono il Paese. 
Gli americani percepiscono che si sta profilando un mondo diverso, in cui il loro Paese non primeggera' piu' come in passato, dice l'editoriale intitolato "The Rise of the Rest" .
 L'edificio piu' alto del mondo e' a Taipei e presto sara' a Dubai, la raffineria piu' grande e' in India, l'industria del cinema piu' grossa non e' piu' a Hollywood ma in India, Bollywood. Persino il piu' grande casino' non e' piu' a Las Vegas ma a Macao. Mentre gli Usa hanno perso il primato anche nel loro sport preferito, lo shopping. E il Mall of America del Minnesota, un tempo centro commerciale numero uno al mondo, oggi non figura nemmeno fra i primi dieci.
Secondo Zakaria, e' stata una congiuntura positiva a propiziare la crescita esplosiva di nuove potenze economiche, come Cina, India e Russia.  In un mondo che paradossalmente non e' mai stato meno violento e agitato da sconvolgimenti. Anche se la percezione dell'opinione pubblica e' opposta. Semplicemente, dice Zakaria, perche' il progresso dei media ci porta rapidamente in casa notizie di disastri da ogni parte del mondo. Mentre nei decenni scorsi tragedie immani come quella del'Indocina, del Congo o del Ruanda hanno avuto un risalto molto inferiore. 
E anche la violenza della criminalita' metropolitana cifre alla mano, dice il giornalista, non e' affatto in aumento.    
L'ingresso sulla ribalta di nuove potenze mondiali in vertiginosa crescita sta ridimensionando il ruolo degli Usa,  rileva Zakaria. Convinto pero' che gli Stati Uniti abbiano concreti motivi per guardare al proprio futuro con ottimismo. Ed elenca quattro ragioni pricipali. 
1) Gli Usa sono un Paese straordinariamente duttile, capace di trasformare le difficolta' in opportunita', adattandosi a scenari nuovi.
2) Il cuore dei nuovi settori strategici hi tech del futuro, nanotecnologie e biotecnologie, e' fortemente concentrato negli Stati Uniti, che in questo settore non temono concorrenza.
3) Il settore che meglio funziona negli Usa e non ha rivali al mondo e' quello del'istruzione: Universita' capaci di attirare talenti da tutto il mondo e di sfornarne altrettanti. Una base fondamentale per costruire il futuro. 
4) Gli Usa non sono un Paese vecchio. E mentre l'Europa tra cinque o dieci anni come eta' media potra' assomigliare alla Florida, dove si concentrano una parte degli anziani di America, il Paese sa rafforzarsi con robusti innesti di forze giovani e nuove, grazie all'immigrazione. 
Quattro motivi di speranza per gli Usa. 
Osservazione personale: purtroppo sembrano altrettanti punti deboli del sistema Italia...  

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sabato 22 marzo 2008

Il business del futuro? L'economia del prezzo zero, dice Chris Anderson, direttore di Wired


L'anno prossimo Chris Anderson, direttore di Wired, pubblicherà un libro intitolato "Free!"su quella che ha definito la "Gift Economy" (economia a prezzo zero), propiziata dalla rivoluzione digitale. Nelle settimane scorse ne ha diffuso online un'estesa anticipazione corredata da un video.
Anderson, considerato uno dei massimi esperti di previsioni negli scenario sociologici, economici e informatici, aveva scritto qualche anno fa un altro saggio di successo, "The Long Tail", termine da lui ideato per descrivere modelli commerciali di retailer online come Amazon e Netfix.
Negli anni Cinquanta, dice Anderson nel video, un esperto della commissione atomica aveva previsto che con il boom del nucleare, l'energia elettrica sarebbe diventata cosi' a buon mercato che sarebbe costata troppo poco per misurarla e l'avremo sprecata....
Sbagliava, ma provate per gioco a pensare se avesse avuto ragione, se l'elettricità fosse diventata tanto a buon mercato da poterla sprecare, non poterne misurare il valore... un aspetto che tocca tutti i risvolti dell'economia. Tutto andrebbe a elettricità: le auto, il riscaldamento, avremmo impianti per la desalinazione del mare...irrigheremmo vaste zone del deserto perché costerebbe poco.
Quel che sta accadendo oggi e' che tre altre tecnologie che toccano tutti gli aspetti della nostro mondo, come l'energia, stanno diventando cosi' a buon mercato da non poter essere misurati.
Banda larga, archiviazione ed elaborazione dati, tutte le tecnologie della rivoluzione informatica stano provocando esattamente quello che era stato previsto che sarebbe successo con l'elettricità gratis.
Quel che sta accadendo ora e' che tre altre tecnologie stanno trasformando il mondo in molti aspetti, come l'avrebbe fatto l'avere elettricità gratuita.
E sempre più' business stanno diventando business aggiuntivi e sempre più servizi stanno diventando software. E sempre più' prodotti diventano dowloads. E si stanno anche spostando da un mondo in cui non sono così poco costosi da non poter essere misurati a a uno in cui lo sono.
E da uno in cui sono ogni anno più costosi ad uno in cui sono ogni anno meno cari. E questo significa che la destinazione finale complessiva è: gratis.
Il fatto che le societa' tecnologica oggi di maggior successo, Google, offra tutto gratis è la dimostrazione... offrono servizi software informazioni e contatti tutto gratis come fa Yahoo e sono societa che fanno enormi profitti che fanno miliardi di dollari, e sono legate ad un modello che offre i prodotti gratis.
Tutti gli elementi dell'economia digitale diventano meno cari. E tutta la linea continua a scendere, sempre più' vicina al fondo... non ha ancora toccato lo zero ma e' molto vicina. E la domanda è dove sta la differenza tra prezzo bassissimo e zero. E la differenza tra un centesimo e gratis e' la differenza tra dover decidere in modo consapevole come realizzare il prodotto e semplicemente farlo.
Che dire dell'economia in Wikipedia, in Craiglist... non c'è danaro che passa di mano in mano in queste economie, o non sono.
Queste sono quelle che chiamiamo economia del regalo ed era considerata un prodotto in fantasia, immaginazione, un cosa che esisteva solo nella testa di un uomo strampalato a Berkeley... e non c'e' pubblicità coinvolta, non ci sono scambi incrociati nascosti, con ricarichi su altri prodotti, e' tutta attività e prodotti gratuiti senza aspettative di un ricavo o uno scambio di danaro.
Cosi' penso che attraverso open source, blogosfera, social networking, contenuti generati dagli utenti stiamo vedendo la creazione e di un'economia del regalo su larga scala che davvero non esiste nell'economia tradizionale.
Ogni settore che diventa digitale e' destinato a diventare gratuito.

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